Mia madre era un femminista e io sono cresciuta in Italia negli Anni Settanta, circondata da donne che combattevano per i loro diritti a lavorare, a esprimere le loro opinioni, a divorziare, a abortire. Mia madre e le sue amiche era delle donne rivoluzionarie, ma al tempo stesso delle donne sensibili, forti e estremamente fragili. Questo mi ispirato a cominciare il progetto Women’s Energy. Sento che la forza delle donne soggiace nella lora ricca e stratificata vita emotiva. Da un punto di vista fotografico ho tratto ispirazione dalle serie di ritratti di strada di Paul Strand. Adoro la sue eccelsa maestria nel celebrare i più semplici, i dimenticati, la sua capacità di creare un’epopea di caratteri eroici nonostante la loro estrema condizione di povertà. Questi due elementi hanno nutrito il mio desiderio di creare delle serie di ritratti emotivi delle donne, creati attraverso i loro sentimenti ei dettagli della loro vita, scegliendo la loro casa come location delle foto, un luogo che è lo stereotipo del loro regno, circondate dai loro oggetti, dallo spazio che hanno creato intorno a se stesse. Chiedo a ciascuna di rivivere un’emozione o provare una sensazione legata a un determinato tema. A ogni domanda corrisponde il medesimo luogo della casa, mentre chiedo al soggetto di vestirsi in base alla sensazione suscitata dalla mia domanda
Davanti all’armadio: ti ricordi l’emozione di inizio anno scolastico o inizio vacanze della scuola/ liceo, quella trepidazione legata a un evento nuovo ma che in parte si conosceva perché si ripeteva tutti gli anni durante l’adolescenza
Alla porta di casa: cosa hai provato il primo giorno che sei uscita per andare a lavorare?
Di fronte allo specchio in bagno (nuda, in accappatoio, in reggiseno, etc come vuoi): che sensazione provi nel considerare che tu sei contenuta nel corpo riflesso allo specchio, che nell’atto del guardarsi allo specchio sei contemporaneamente il soggetto e l’oggetto?
Nel salone: che emozione provi in relazione al fatto che nella tua vita hai o non hai un compagno/compagna, senti che questa presenza o assenza è un’opportunità di crescita interiore o una limitazione per la tua vita?
In cucina: quale è la tua parte interiore che relazioni con la collettività quando sei fuori dal contesto domestico e intimo degli amici o della famiglia, che parte di te stessa metti in gioco con il mondo esterno e estraneo, quella curiosa, interessata o aggressiva, dimessa, di chiusura o apertura, etc?